Gli animali ricoprono un ruolo essenziale nell’esperienza umana fin dai tempi antichi. Interagiamo con loro in natura e su piani di comunicazione sottili, psicologici ed emotivi. Ciò che è piuttosto nuovo è l’accettazione, ad oggi diffusa, dei benefici derivanti dai cosiddetti interventi assistiti con gli animali (I.A.A.).
Le origini degli interventi assistiti con gli animali (I.A.A.)
Pare che gli I.A.A. affondino le proprie radici nell’antica Grecia, dove i cani erano centrali al culto di Esculapio, il Dio della medicina. Da alcune iscrizioni si evince che ai cani venisse attribuita la facoltà di curare i malati che si recavano in pellegrinaggio al tempio. In epoca più recente, alle gentildonne dell’Inghilterra elisabettiana veniva suggerita la compagnia di un cane come rimedio per la ‘malinconia’, oggi tradotta come sindrome depressiva.
Gli animali da fattoria invece furono utilizzati negli anni ’40 dalla Croce Rossa americana; si diceva che lavorare con gli animali aiutasse i veterani a pensare a qualcosa oltre alla guerra.
Nel 1800, Florence Nightingale osservò che i piccoli animali domestici riducevano i livelli di ansia e stress nei pazienti psichiatrici adulti e giovani. Ciò ha dato inizio a un’ondata di esperimenti informali che coinvolgono l’interazione degli animali con gli esseri umani per produrre un effetto calmante sui pazienti che soffrono di ansia.
Levinson: formalizzazione degli interventi assistiti con gli animali (I.A.A.)
Il primo impiego di animali a scopo terapeutico negli ospedali è stato realizzato nel 1919 negli Stati Uniti, presso il St. Elisabeth’s Hospital a Washington, dove vennero introdotti dei cani per curare i pazienti che avevano riportato gravi forme di depressione e schizofrenia dopo la guerra.
Un secondo caso di impiego di animali negli ospedali degli U.S.A. fu realizzato nel 1942 a New York, in un ospedale per feriti di guerra con traumi emozionali.
Il concetto di “pet therapy” sembra sia stato enunciato per la prima volta dal neuropsichiatra infantile Boris Levinson nel 1953.
Negli anni ’60 cominciarono le ricerche formali sulla terapia con l’ausilio degli animali. Il dottor Boris Levinson scoprì che il suo cane aveva avuto un effetto positivo su giovani pazienti con problemi mentali. In particolare, osservò come questi pazienti fossero più a loro agio e propensi a socializzare con il suo cane piuttosto che con altri esseri umani. Solo anni più tardi le scoperte di Levinson riuscirono a scalfire il muro della diffidenza e a ricavarsi uno spazio sempre più importante nel panorama scientifico, divenendo parte integrante delle odierne pratiche terapeutiche. Oggi è dimostrato che, anche solo possedere un animale domestico può portare cambiamenti significativamente positivi nella salute generale e nel benessere mentale delle persone.
La Delta Society e gli interventi assistiti con gli animali (I.A.A.) in Italia
Dagli anni ’70 in poi gli I.A.A., hanno trovato numerosi campi di applicazione negli Stati Uniti dove nel 1981 viene fondata la Delta Society, associazione che si occupa di studiare l’interazione uomo-animale e gli effetti terapeutici legati alla presenza degli animali. La stessa, inoltre, ha creato un programma di certificazione per garantire la formazione e le competenze degli animali che svolgono attività assistite.
In Italia gli I.A.A. e la Pet Therapy approdano solo verso la fine degli anni 80. Un momento importante per il riconoscimento degli I.A.A. avviene nel 2009 quando viene istituito il Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali e Pet Therapy e successivamente viene approvato l’Accordo Stato Regioni e Provincie autonome relativo alle “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (I.A.A.).
Con-Fido, il progetto ideato da Rocking Motion, è un’esperienza concreta di I.A.A. rivolta a bimbi con difficoltà di apprendimento. Si inserisce nelle esperienze di letture assistite dagli animali e permette di unire lo strumento lettura e quello della presenza dell’animale a supporto di professionisti come logopedisti, psicoterapeuti ed educatori, per raggiungere obiettivi di tipo educativo, riabilitativo e di sollievo.
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